Nuova tappa con la riscoperta del territorio
della Val d’Agrò all’Università delle Tre Età di S. Teresa di Riva. Nell’aula
magna della scuola elementare “Felice Muscolino” riflettori puntati su Forza
d’Agrò e Sant’Alessio Siculo, due centri la cui origine è stata illustrata da
Carmelo Nicita, studioso di storia locale. “Una storia un comune” il titolo
dell’incontro organizzato dal sodalizio presieduto da Santino Albano, a
sottolineare il legame del passato tra le due cittadine, oggi autonome ma fino
al 1948 riunite nel comune di Forza d’Agrò. Nicita ha ricordato come anche
nella Val d’Agrò, così come in tutta la Sicilia, le diverse dominazioni
straniere, dai greci agli arabi, abbiano contribuito a formare l’identità delle
popolazioni locali. Tra il VIII ed
il V secolo a.C. i greci definirono l’attuale Capo S. Alessio “Arghennon akron”,
promontorio d’argento", fin quando tale denominazione si è trasformata in “Argon” e
poi “Agron”. I romani, intorno al 135 a.C., la sostituirono
con “Agrillae” o “Agrille”, dando il nome di “Vicum Agrillae” al borgo esistente
nella vallata ai margini della fiumara d’Agrò. “Quando il ‘Vicum’ non é
risultato più sufficiente ad un popolo in espansione – ha spiegato Carmelo
Nicita – gli abitanti si sono spostati più a monte e il centro prese il nome di
“Fortilicium d’Agrò”, cioè Fortezza d’Agrò, poi trasformato in Forza
d’Agrò’. Dagli scavi archeologici di Scifì alle chiese e ai monumenti del
centro, dai riti sacri alle tradizionali feste fino alle rivalità con i
“vicini”, i soci Unitre hanno potuto conoscere meglio la storia e le ricchezze
di Forza d’Agrò grazie alle preziose informazioni fornite dallo studioso
forzese. Spostandosi a Sant’Alessio Siculo, Nicita ha ricordato come da borgata
abitata da poche famiglie di pescatori intorno al XII secolo, la cittadina
rivierasca si sia sviluppata a partire dal 1870, grazie alla realizzazione di
due importanti vie di collegamento, la Consolare Valeria e la strada ferrata.
Proprio quest’ultima fu la causa scatenate che portò poi alla separazione dei
due comuni, che rivendicavano entrambi la titolarità sulla stazione
ferroviaria: nel 1948, dopo aspre polemiche e lotte, Sant’Alessio Siculo
ottenne così l’autonomia amministrativa da Forza d’Agrò.
“Una storia, quella alessese, che in parte giace sotto il cemento” – ha
evidenziato Carmelo Nicita, riferendosi alla speculazioni edilizie che non
hanno permesso di fare piena luce sulle testimonianze storiche del passato. Tra
i beni storici esistenti tra i due centri è stata inoltre ricordata la presenza
delle cave di Milianò, della grotta di Scalella e delle fornaci di calce.
Il prossimo appuntamento con l’Università delle Tre Età di
S. Teresa di Riva è in programma giovedì 30 aprile alle 17.30, con una
conferenza sul tema “Fecondazione assistita, risvolti etico-morali”, che sarà
tenuta dalla prof.ssa Nazzarena Amedeo.
COMUNICATO STAMPA
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