venerdì 30 settembre 2016

MA VA, RIAPPARE IL FANTASMA DEL PONTE SULLO STRETTO!



Mentre si accende il dibattito sul ponte sullo Stretto, visto il rilancio di questi giorni del premier Renzi, coi benefici che la sua eventuale realizzazione comporterà in termini di occupazione e sviluppo economico-turistico, desidero intervenire per fare presente, ancora una volta, che la Sicilia aspetta ancora tutte quelle infrastrutture che in questi ultimi 15 anni non sono state acclarate nell'Accordo di programma Quadro del 2001 tra Lunardi e Cuffaro, nel Piano per il Sud (vedi tabella in basso), nel Decreto del Fare, nello Sblocca Italia e infine nel Patto per il Sud.
In tutti questi anni si è sempre parlato di investimenti per oltre 10 miliardi per le sole infrastrutture ferroviarie che ad oggi non sono ancora state realizzate e vengono sempre riproposte. Fra i quali: - Il completamento dei raddoppi ferroviari Messina-Palermo, Messina-Catania-Siracusa, Catania-Palermo e Agrigento-Palermo; - Il collegamento con l’aeroporto Fotanarossa di Catania e dei collegamenti con gli aeroporti di Comiso e Birgi.
È ancora chiuso da oltre quattro anni il raddoppio della Catania-Ognina-Catania Centrale (ultima data prevista il 17 Aprile 2016).
Tutti questi ritardi e chiusure pregiudicano pregiudicano una programmazione certa dei servizi di trasporto ferroviario tra la Regione Sicilia e l’impresa ferroviaria Trenitalia Spa anche sui canali di vendita. Fatte queste premesse, è da chiedere all’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti on. Giovanni Pistorio, al dirigente generale del dipartimento infrastrutture e trasporti dott. Fulvio Bellomo, di intervenire presso le competenti sedi per fare chiarezza sui tempi dell’effettiva realizzazione, su tutti questi ritardi e sulla eventuale definitiva apertura alla circolazione ferroviaria, evitando così quei servizi con bus sostitutivi diventati ormai insostenibili per tutta l’utenza.
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L’idea di collegare in modo stabile la Sicilia con il continente, ha origini molto antiche. I primi progetti risalgono all’epoca dei Romani i quali avevano pensato e probabilmente realizzato un ponte su barche. Questa opera banale, avrebbe impedito il transito delle navi sullo Stretto.
Nei secoli, nonostante i propositi di vari governanti, (tra gli altri anche Carlo Magno e Roberto il Guiscardo), le oggettive difficoltà dovute alle condizioni ambientali dello Stretto, caratterizzate da fondali marini irregolari molto profondi, (oltre i 100 m), da tumultuose correnti marine e da forti venti in una zona ad elevata sismicità, fecero si che la costruzione di un ponte rimanesse sempre una sfida impossibile per l’ingegneria del tempo. Nel 1840, anche Ferdinando II di Borbone re delle Due Sicilie, pensò alla realizzazione di un ponte incaricando un gruppo di architetti e ingegneri dell’epoca di fornirgli idee per la costruzione. Dopo averne constatata la fattibilità, preferì rinunciare per l’eccessivo costo dell’opera non ammortizzabile per le casse del Regno. Progetti e proposte si susseguirono dall’unità d’Italia sino alla seconda guerra mondiale.
L’idea dell’opera fu rilanciata nel 1952 dall’iniziativa dell’associazione dei costruttori italiani in acciaio (ACAI), che incaricò l’ingegnera statunitense Davide B. Steinman, uno dei più qualificati e prestigiosi progettisti di ponti sospesi, di redigere un progetto preliminare.
Nel 1968, venne emanata la legge 384 che conferiva all’ANAS, alle Ferrovie dello Stato e al CNR, l’incarico di acquisire ulteriori elementi di giudizio circa la fattibilità dell’impresa.
Nel 1981, dieci anni dopo la legge 1158/71, si concretizzò la costituzione della concessionaria stretto di Messina S.p.A. a cui parteciparono finanziariamente l’Italstat e l’IRI con il 51% e Ferrovie dello Stato, ANAS, Regione Sicilia e Regione Calabria in percentuali eguali del 21,25% ciascuno.
Durante il primo governo Berlusconi, il ministro dei trasporti Publio Fiori riprese nuovamente la gestione del ponte che ottenne di nuovo il parere favorevole ANAS e FS sul progetto approvato, di nuovo nel 1997, dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Rimanendo ad una stringata sinesi, giungiamo ai giorni nostri: il 4 novembre del 2005, la Direzione investigativa antimafia mise a conoscenza del Parlamento i tentativi di Cosa nostra di interferire sulla realizzazione del ponte e che era stata avviata un’inchiesta al riguardo. Il 2 ottobre 2009, la Stretto di Messina S.p.A. impartiva al contraente generale l’ordine di inizio dell’attività di progettazione definitiva ed esecutiva. Il primo marzo 2013, non essendo raggiunto l’accordo fra il contraente generale e la società concessionaria, il contratto di appalto ha perso la sua efficacia e pertanto si è nuovamente bloccato. Per l’ennesima volta.
Il 27 settembre 2016, il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, rilancia l’idea della costruzione del ponte sullo Stretto di Messina, per “togliwre la calabri dall’isolamento e far si che la Sicilia sia più vicina”. Secondo la visione di Renzi, il ponte potrebbe creare “100.000 posti di lavoro”. Di certo, in questi lunghi anni, fra proclami politici e ripensamenti, di denaro per progetti e consulenti e tanto altro ancora, ne è stato spartito a fiumi.

30 Settembre 2016

lunedì 26 settembre 2016

ESONDAZIONE TORRENTI. ECCO COSA È STATO FATTO IN QUESTI ANNI PER SCONGIURARE UNA NUOVA TRAGEDIA



Pulizia torrenti jonici, un tema in eterna emergenza: Era il 16 Marzo 2010 quando il sito Fogliodisicilia.it ricevette e pubblicò questo comunicato stampa. 

Oggi, 26 Settembre 2016, la situazione per torrenti che ricadono sul territorio di Roccalumera (torrente Sciglio, torrente Allume e non per ultimo il torrente Pagliara che interessa i Comuni di Roccalumera e Furci Siculo), non è cambiata, anzi è sensibilmente peggiorata. E’ peggiorata perché l’alveo dei torrenti si è innalzato ulteriormente non essendo stata praticata alcuna rimodulazione e/o pulizia. Infatti, l’ultima esondazione del torrente Pagliara è avvenuta proprio un anno fa, fra il 10 e l’11 Ottobre 2015, sul lato Furci con ingenti danni anche alle abitazioni. Danni di una certa gravità li provocava anche il torrente Savoca sul territorio di Santa Teresa di Riva. 

RIUNIONI ALLA PROVINCIA, E NEL TORRENTE: Nell’articolo del 2010, (sotto), leggiamo che il problema fu attenzionato da numerosi sindaci che si presentarono in massa alla Provincia regionale. Da allora, ricordando la tragedia di Scaletta e Giampilieri del 2009, l’unica riunione di protesta eclatante, (riunione di Consiglio comunale in seduta straordinaria urgente), si è svolta il 18 Ottobre 2015 addirittura sul greto del torrente Savoca. Furono presenti, oltre al Sindaco De Luca per Santa Teresa di Riva, (che impiccò simbolicamente la sua fascia di sindaco ad un cappio appeso al ponte, sospendendosi temporaneamente dalla carica di primo cittadino), i sindaci di: Furci Siculo, Savoca, Casalvecchio, Sant’Alessio Siculo, Castelmola, Mandanici e Antillo. Roccalumera fu totalmente assente, come se il problema non la riguardasse.
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Martedì 16 Marzo 2010 - COMUNICATO STAMPA 


MIASI E SINDACI JONICI. RINIONE ALLA PROVINCIA PER PULIZIA TORRENTI


Roccalumera – “Ci troviamo in una situazione molto complicata. Da un lato non possiamo togliere la terra dagli alvei dei torrenti, dall’altro lato ci sono seri pericoli che i torrenti possano straripare perché il letto ha raggiunto livelli di guardia”. Chi parla è il sindaco di Roccalumera, avv. Gianni Miasi, che stamani sarà ascoltato, insieme ai sindaci di Alì Terme (Lorenzo Grasso), Nizza di Sicilia (Giuseppe Di Tommaso), Furci Siculo (Bruno Parisi), S.Teresa di Riva (Alberto Morabito) e S.Alessio Siculo (Giovanni Foti), dalla IV Commissione della Provincia regionale di Messina sui pericoli in cui versano i torrenti del comprensorio jonico.Miasi ha detto inoltre “Sarebbe opportuno e necessario togliere la terra dagli alvei del torrenti per depositarla sulle spiagge, soprattutto nei tratti in cui l’arenile è carente”.
Sulla delicata situazione in cui versano i torrenti Nisi (tra Nizza e Alì Terme), Pagliara (tra Roccalumera e Furci), Savoca (tra Furci e S.Teresa) e Agrò (tra S.Teresa e S.Alessio Siculo) sono intervenuti anche i consiglieri provinciali Matteo Francilia (di Furci Siculo) e Nino Muscarello (di Alì Terme), i quali hanno denunciato i possibili pericoli che potrebbero derivare da una eventuale piena. Necessita, quindi, la pulizia e messa in sicurezza di tutti i torrenti del comprensorio jonico del Messinese. Matteo Francilia, capogruppo dell’Udc, Centro con D’Alia, alla Provincia, ha dichiarato che “il capo della Protezione civile regionale dott. Pietro Lo Monaco, ha reso noto che il suo Dipartimento può intervenire solo nei casi di emergenza. Se così fosse, come mai il Genio Civile, l’Arpa e l’assessorato regionale al Territorio non danno la possibilità ai comuni di togliere la terra dai torrenti, i cui alvei hanno ormai raggiunto un livello nettamente superiore ai centri abitati?”. Alla riunione di questa mattina (15-03-2010) presenzieranno l’assessore provinciale al Territorio e Ambiente, tecnici e funzionari del settore.

Avv. Gianni Miasi sindaco di Roccalumera

giovedì 22 settembre 2016

ROCCALUMERA. LA MINORANZA: "ECCO PERCHE' LE TASSE SONO STATE MANTENUTE AL MASSIMO"



Roccalumera: Aliquote delle tasse bloccate non a causa dei debiti ma per tardiva approvazione del bilancio.

Apprendiamo dagli organi di stampa che, secondo il Presidente del Consiglio, la minoranza avrebbe affermato il falso in merito alla mancata modifica delle aliquote delle tasse.
Sostiene chi presiede il civico consesso che le aliquote delle tasse non sono state abbassate a causa della situazione finanziaria risalente alla passata gestione amministrativa.
Quanto affermato, purtroppo, non risponde ai dettami della normativa, la quale impone la determinazione delle aliquote entro il termine di approvazione del bilancio, perché, in caso contrario, vengono confermate le aliquote dell’anno precedente.
Nel 2016 tale termine era stato inizialmente fissato con decreto del Ministero dell’Interno per il 31/03/2016 poi prorogato al 30/04/2016.
Il consiglio comunale non è potuto intervenire sulla leva fiscale, attraverso l’approvazione di eventuali emendamenti, dato che il Comune di Roccalumera ha approvato il bilancio l’01/09/2016, ben oltre il termine di approvazione del bilancio di previsione 2016.
Le aliquote delle tasse comunali, quest’anno, sono state mantenute al massimo dall’Amministrazione non solo perché il bilancio non è stato approvato nei termini, ma anche e soprattutto per finanziare spese per manifestazioni che ammontano a circa € 100.000,00.
In ogni caso, pur apprezzando l’invito del Presidente del Consiglio alla collaborazione, siamo costretti a rammentare che la nostra azione politica è sempre stata improntata alla più ampia collaborazione, come risulta dai lavori di consiglio come ad esempio: l’emendamento proposto in merito al pur sempre criticabile piano di rientro con l’ATO di fare salvi gli effetti dei contenziosi in essere; l’emendamento di rateizzare il corrispettivo per i lotti della zona artigianale; le proposte per la riapertura dei campetti sportivi, chiusi senza giustificazione per oltre un anno e tante altre proposte sempre e comunque bocciate dalla maggioranza.
Faccia seguire alle belle parole i fatti e convochi, non solo per dovere istituzionale ma anche come segnale di collaborazione, un consiglio comunale per trattare le interrogazioni e le mozioni presentate dai consiglieri (al momento, infatti, risultano giacenti interrogazioni e mozioni riguardanti un finanziamento della Protezione Civile, riconosciuto da oltre tre anni; per la verifica sismica  degli immobili comunali con particolare riferimento agli edifici scolastici e per la redazione del Piano Comunale Amianto) e soprattutto non assuma l’iniziativa per proporre, come ad esempio avvenuto nell’ultimo consiglio comunale, un  rinvio per discutere le interrogazioni.
La collaborazione non va solo invocata ma va anche dimostrata con fatti concreti.
22-09-2016
I consiglieri di minoranza

lunedì 19 settembre 2016

RIMOZIONE AMIANTO SU ROCCALUMERA: UNA DELLE NOSTRE SEGNALAZIONI AL SINDACO

Roccalumera – La minoranza interroga sul “Piano Comunale Amianto” a tutela della salute dei cittadini.
La problematica della presenza di amianto sul territorio è stata sempre sentita tant’è che nel 1992 – a livello nazionale - se ne é vietato definitivamente l’impiego.
La Regione Siciliana con la legge regionale n. 10 del 29/04/2014 “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto” ha posto degli obiettivi in merito ai rischi connessi all’esposizione all’amianto attraverso la mappatura, la bonifica ed il recupero di tutti i siti, impianti, edifici e manufatti presenti nel territorio regionale in cui sia rilevata la presenza di amianto. Successivamente, sono state emanate le linee guida per la redazione, da parte di ogni Comune, del “Piano Comunale Amianto” per prevenire o eliminare ogni rischio di contaminazione da amianto.

L’art. 10 della L.R. n. 10 del 29/04/2014 prevede l’emanazione di un bando per la concessione di contributi ai comuni per la rimozione, trasporto, stoccaggio e conferimento all’impianto di trasformazione dei manufatti in amianto presenti nei siti, negli impianti, negli edifici e nei mezzi, pubblici e privati, secondo le direttive del proprio piano comunale e sotto la vigilanza dell’Ufficio amianto del Dipartimento Regionale della protezione civile.
Sui social network e sugli organi di informazione si è avuta notizia che buona parte dei Comuni vicini (Nizza di Sicilia, Fiumedinisi, Furci Siculo, S. Teresa di Riva, ecc.) ha già avviato e/o concluso le procedure per il censimento dei siti - pubblici e privati - a rischio amianto, per la redazione del Piano Comunale Amianto e di quant’altro previsto dalla normativa vigente in materia mentre lo stesso non può dirsi del Comune di Roccalumera.
Di recente, inoltre, ci sono state reiterate segnalazioni sui social network in merito alla presenza di amianto sul territorio di Roccalumera che meritano una risposta.
Al fine di conoscere lo stato dell’arte, su un argomento che riguarda la salute pubblica e che non è più procrastinabile, la minoranza ha presentato un’interrogazione per sapere se e quali iniziative in merito sono state intraprese dall’Amministrazione con riferimento alla problematica dell’amianto e, in particolare, se sono state avviate le procedure per il censimento dei siti a rischio amianto e per la redazione del Piano Comunale Amianto.
Il Sindaco quale massima autorità di protezione civile e garante della salute pubblica ha il dovere di intervenire in merito, prima di tutto per una questione di coscienza e di responsabilità, e poi per obbligo di legge: senza Piano Comunale Amianto non si può nemmeno partecipare ad un “previsto” bando per la concessione di contributi sia pubblici che privati
Lì, 19/09/2016
I consiglieri di minoranza.