lunedì 28 dicembre 2015

IL TERREMOTO A MESSINA: 28 DICEMBRE 1908 ORE 5:21, E FU STRAZIO E MORTE



Ricorre oggi il 107° anniversario del sisma che provocò 80mila vittime a Messina e 14mila a Reggio Calabria.
Gli addetti all’osservatorio Ximeniano di Firenze annotarono: “Stamani alle 5:21 negli strumenti dell'Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: “Le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave.” Era il terremoto di Messina del 1908.
L'evento, ancora oggi, è considerato uno dei più catastrofici del XX secolo. Si verificò alle ore 05:21 del 28 dicembre 1908, demolì la città di Messina, ad esso seguì un violento maremoto, che, per intensità e violenza, non fu da meno. In 37 lunghissimi secondi danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio Calabria. Si tratta della più grave sciagura naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d'uomo.
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Gravissimo fu il bilancio delle vittime: Messina, che all’epoca contava circa 140.000 abitanti, ne perse circa 80.000 e Reggio Calabria registrò circa 15.000 morti su una popolazione di 45.000 abitanti. Secondo altre stime si raggiunse la cifra impressionante di 120.000 vittime, 80.000 in Sicilia e 40.000 in Calabria. Altissimo fu il numero dei feriti e catastrofici furono i danni materiali. Numerosissime scosse di assestamento si ripeterono nelle giornate successive e fin quasi alla fine del mese di marzo 1909.
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Ai danni provocati dalle scosse sismiche e a quello degli incendi si aggiunsero quelli cagionati dal maremoto, di impressionante violenza, che si riversò sulle zone costiere di tutto lo Stretto di Messina con ondate devastanti stimate, a seconda delle località della costa orientale della Sicilia, da 6 m a 12 m di altezza (13 metri a Pellaro, frazione di Reggio). Lo tsunami in questo caso provocò molte vittime, fra i sopravvissuti che si erano ammassati sulla riva del mare, alla ricerca di un'ingannevole protezione. Improvvisamente le acque si ritirarono e dopo pochi minuti almeno tre grandi ondate aggiunsero al già tragico bilancio altra distruzione e morte. Onde gigantesche raggiunsero il litorale spazzando e schiantando quanto esistente. Nel suo ritirarsi la marea risucchiò barche, cadaveri e feriti. Molte persone, uscite incolumi da crolli e incendi, trascinate al largo affogarono miseramente. Alcune navi alla fonda furono danneggiate, altre riuscirono a mantenere gli ormeggi entrando in collisione l’una con l’altra ma subendo danni limitati. Il villaggio del Faro a pochi chilometri da Messina andò quasi integralmente distrutto. La furia delle onde spazzò via le case situate nelle vicinanze della spiaggia anche in altre zone. Le località più duramente colpite furono Pellaro, Lazzaro e Gallico sulle coste calabresi; Briga e Paradiso, Sant'Alessio e fino a Riposto su quelle siciliane.
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All'alba del 29, la rada di Messina cominciò ad affollarsi. Una squadra navale russa alla fonda ad Augusta si era diretta a tutta forza verso la città con le navi "Makaroff", "Guilak", "Korietz", "Bogatir", "Slava", "Cesarevitc". Subito dopo fecero la loro comparsa le navi da guerra inglesi "Sutley", "Minerva", "Lancaster", "Exmouth", "Duncan", "Euryalus". Il comandante russo Ammiraglio Ponomareff fece approntare i primi soccorsi prestando anche opera di ordine pubblico. Dopo cominciarono ad arrivare le navi italiane che si ancorarono ormai in terza fila. Malgrado la sorpresa, nessuno se la prese più di tanto anche se, qualche tempo dopo, la stampa intervenne polemicamente.
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Il Corriere della Sera, il giorno 30, uscì con questo commosso e drammatico titolo: "ORA DI STRAZIO E DI MORTE. Due città d'Italia distrutte. I nostri fratelli uccisi a decine di migliaia a Reggio e Messina". L'Italia, sbalordita, seppe così che a Reggio, a Messina, interi quartieri erano crollati, che sotto le macerie di case, ospedali e caserme erano scomparsi interi nuclei familiari, malati, funzionari, guardie e soldati. Venne inoltre a conoscenza della meravigliosa gara di solidarietà internazionale apertasi tra navi straniere e italiane per portare aiuto ai superstiti e trasportare sui luoghi colpiti dal sisma i materiali e gli uomini necessari. Non mancarono comunque polemiche. Alcune testate giornalistiche, criticando i provvedimenti finanziari adottati e in particolare l’inasprimento delle tasse, accusarono il governo di aver speso molto e destinato male i fondi raccolti in occasione dei terremoti degli anni precedenti senza peraltro portare benefici alle popolazioni danneggiate.
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Altri giornali, tra cui Il Tempo, attribuirono poi ai Comandi militari gravi colpe: la parziale incapacità nella gestione degli interventi di soccorso, confusione burocratica e ritardi nella distribuzione locale delle risorse, inefficienza e ritardi anche nelle azioni di recupero e riconoscimento delle salme. Ulteriori attacchi furono portati contro la Marina italiana in quanto giudicata meno sollecita e pronta ad affrontare gli eventi rispetto alla capacità e alla funzionalità dimostrata dalle squadre navali straniere, facendo in ciò esplicito riferimento a quelle russa, inglese, francese e tedesca. Il Giornale di Sicilia lamentò anche manchevolezze nella distribuzione di viveri e di generi di conforto nonché difficoltà procedurali nell’erogazione degli aiuti.
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Da studi fatti alcuni anni addietro, risulta che il maremoto venne causato a seguito del terremoto, che produsse lo sfaldamento a mare della crosta terrestre, facendo così emergere delle rocce, che spostarono milioni di metri cubi di acqua! In tutta la nostra riviera ci furono danni ingenti, come raccontarono i giornali del tempo. Lo scrittore aliese Stefano D’Arrigo, nel suo “Horcynus Orca”, racconta che il mare portò sulla spiaggia montagne di cicirello che sembravano superare le cime dell’Aspromonte!
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E, sempre secondo i suddetti studi, la frantumazione della crosta avvenne proprio a S.Teresa!! Ed esattamente nella zona centro-Gambero. Pertanto, come sanno bene i pescatori della zona, che proprio sotto via del Gambero-villa Ragno tutt’oggi non si può pescare con la rete a strascico, poichè vi sono in profondità delle rocce che fuoriescono dal fondale marino. Quando soffia il vento di scirocco e levante e il mare s’ingrossa e le onde sbattono lungo il muraglione di protezione del Lungomare, si può notare come, proprio quest’area è la più vulnerabile, poiché la corrente del mare s’incanala lungo queste rocce emerse e aumenta d’intensità! Quando assisteremo alla prossima mareggiata e le violente ondate – cavalloni - spazzeranno le aiuole della piazzetta del Gambero, ricordiamoci che tutto questo è anche conseguenza del terremoto-maremoto del 1908.
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NOTA: Articolo già pubblicato su Fogliodisicilia.it il 29 Dicembre 2012

NIZZA DI SICILIA. FINE D'ANNO, E' TEMPO DI RIEPILOGO



La fine dell’anno è momento di riepilogo, di rendiconto, di bilanci e di considerazioni; spesso si aggiunge una prospettiva, un intendimento, un progetto, un programma. Capita a tutti!
   In particolare, per gli amministratori pubblici e per quelli locali soprattutto, è opportuna, quasi necessaria, una sentita riflessione; se a ciò si associa la possibilità di un confronto pubblico, con gli operatori dell’informazione, allora quel momento spontaneo e doveroso, semplice, diventa insieme atto di trasparenza e occasione di crescita e partecipazione  al futuro di tutta la Comunità.
   Questo soltanto è il fine del mio caloroso invito a partecipare a questo gradito incontro; non saranno regalati ventagli o altri presenti, né, tantomeno, si prevedono elezioni, per quest’anno almeno!
    L’anno passato se ne sta andando e credo di poter dire che è andato bene, mi riferisco ai ridotti limiti degli accadimenti del Comune di Nizza di Sicilia!
   Non è aumentato il PIL locale, ma credo che non sia nemmeno diminuito, non è aumentata l’occupazione, ma neppure diminuita e, soprattutto,  non sono aumentate le tasse e i tributi comunali: di questi tempi ci si può anche accontentare!
   Anzi, si è provveduto ad approvare gli elenchi degli insoluti dell’ICI e dei canoni dell’acquedotto, della fognatura e della depurazione e a svolgere l’azione legale per il recupero dei relativi crediti. Altro atto importante e determinante dell’attività finanziaria è stato il riaccertamento definitivo dei residui attivi e passivi per il 2014 e la conseguente possibilità di smaltire i re stanti debiti, mediante il ricorso ai recentissimi provvedimenti legislativi, posti in essere dal Governo Renzi, proprio per eliminare i debiti della Pubblica Amministrazione.
   Inoltre sono stati attuati numerosi provvedimenti legati e conseguenti alle norme oggi in vigore per una corretta amministrazione della cosa pubblica, quali il programma triennale della trasparenza e della integrità, il piano triennale di prevenzione della corruzione, l’approvazione del piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate e l’applicazione del Codice Virga di riconoscimento dei visitatori presso la Casa Comunale. Inoltre sono stati approvati: la convenzione per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità, l’organizzazione dell’accoglienza nella rete SPRAR, il piano di zona D 26 e la presa d’atto dell’area omogenea distrettuale, facente capo a Pagliara, per razionalizzare la programmazione degli interventi sociali nel comprensorio.
    E’ stato predisposto ed è in fase di attuazione il progetto di Servizio Civile Nazionale di Garanzia giovani, in due articolazioni:  culturale e ambientale, è stata stipulata la convenzione con l’associazione ASOFA per lo svolgimento di tirocini formativi presso l’asili nido, in vista della sua implementazione, sono state attuate le borse lavoro in collaborazione con l’ATO ME 4 e l’integrazione oraria degli operai LSU e infine sono stati concessi tutti i contenitori culturali comunali, Auditorium, Biblioteca, cortile del Museo del Risorgimento, Refettorio alle associazioni culturali e sportive, per l’organizzazione di eventi assai frequentati.
   Per quanto riguarda le opere pubbliche, ossia gli interventi svolti sul territorio per renderlo protetto, moderno e funzionale, vi è da dire che numerosi sono i provvedimenti e le azioni svolte dall’Ufficio tecnico in questo settore:  il recupero e la ristrutturazione della scuola media Vittorio Alfieri, l’ implementazione, ristrutturazione e adeguamento dell’Asilo Nido Arcobaleno, i punti infotelematici pubblici presso il Museo del Risorgimento, gli impianti fotovoltaici della scuola materna e della scuola elementare, la realizzazione del Mercato degli agricoltori, la realizzazione dei pannelli informativi esplicativi, l’arredo urbano della via marina, oggi Lungomare Unità dell’Italia, i lavori di restauro e ristrutturazione dell’edificio destinato ad attività socio assistenziali, l’aggiornamento prezzi e la nomina del nuovo RUP del progetto di completamento del sottopasso del torrente Landro, gli interventi sul Campo Sportivo, la realizzazione dell’approdo da pesca e diporto, i diffusi interventi sulla rete idrica, con l’acquisto di una nuova pompa di sollevamento e compresa la realizzazione della condotta idrica di collegamento con il quartiere Casapinta (volti ad eliminare gli inconvenienti estivi dell’anno 2014), i lavori di completamento e rifacimento di tratti della rete fognante comunale e numerosi interventi sul depuratore, quale Comune capofila del Consorzio intercomunale, e ancora il recupero delle formazioni boschive per una corretta fruizione sociale del bosco delle contrade Fossa Tovaglia, Cicirata e Acqua Monaco, interventi di valorizzazione del contesto architettonico e paesaggistico del Parco Sub urbano la Rocca di Buticari, compresa l’opera di Land Art, i lavori di incentivazione delle attività turistiche presso il Parco sub urbano la Rocca di Buticari e gli eventi del progetto Rocca Buticari Events.
   Un fatto a parte è rappresentato dalla metanizzazione del centro abitato, già completata per la parte corrispondente al finanziamento assegnato a Comune dalla Regione Siciliana.
   Merita ancora un cenno particolare una serie di atti svolti in ambito sovra comunale che ritengo molto utili per il futuro del Nostro comprensorio: il protocollo d’intesa per l’istituzione del Contratto di Fiume Valle di Nisi e la costituzione dell’ARO per lo smaltimento dei rifiuti solidi, di cui l’ufficio comune  ha già pronta la gara per l’affidamento del servizio.
  Concludo con alcuni interventi previsti da un mutuo già ottenuto dalla Cassa DP, con il progetto di una palestra del cortile della scuola elementare, con la redazione del Piano Amianto che certamente, insieme ad alcuni interventi improcrastinabili di manutenzione straordinaria dell’abitato, renderanno vivibile e funzionale il territorio del Nostro comune.
   Grazie per la partecipazione, assai gradita. 

NOTA: La foto è del 2013
28 dicembre 2015
Giuseppe Di Tommaso

domenica 27 dicembre 2015

IERI A CASALVECCHIO, IL TRADIZIONALE “CONCERTO DI NATALE”




CASALVECCHIO SICULO (Messina). 26 Dicembre, festa di Santo Stefano, primo martire cristiano. Un martire che pregò per i suoi carnefici. A conclusione della santa messa, il canto conclusivo “Dio è Amore”, intonato magistralmente dal coro della chiesa di Sant’Onofrio Anacoreta, ha emozionato persino lo schietto parroco casalvetino, Gabriele Sgroi, da poco subentrato a padre Giacalone.
Di lì a poco, avrebbe preso posto, fra l’altare maggiore ed i banchi gremiti di pubblico, lo storico Complesso bandistico “Città di Casalvecchio”, il quale, nell’entrante 2016 festeggerà ben 150 di attività. Infatti, questa banda musicale rinomata su tutto il territorio jonico, fu fondata nel lontano 1866.
Nino Manuli, il maestro, inizia l’esecuzione del primo brano in scaletta. Sembra essere un tipo parecchio esigente dai propri musicanti: si legge nel volto di qualcuno di loro la tensione dopo una rapida occhiataccia ricevuta. “Attento a non sbagliare”, sembra dirgli Manuli mentre seguita a dirigere gli altri. Una ragazzina sorride.
Il concerto, manco a dirlo, è dedicato a Don Sgroi. Il quale, seduto in prima fila gongola e, fra un brano e l’altro scatta qualche foto col suo telefonino. Anche il sindaco è orgogliosamente in prima fila, ma seduto sul lato opposto. Marco Saetti, apprezza ammirato come tutti, brani arcifamosi come “La cavalleria rusticana” di Mascagni o i valzer di Strauss e financo l’immancabile “Tu scendi dalle Stelle”. Tuonano gli applausi a sottolineare il gradimento del pubblico.
Se durante la messa, una nuova cristiana, la piccola Carol Concetta, era stata battezzata fra l’emozione di parenti ed amici, ora era tempo di ringraziamenti, doni di mazzi di fiori sia al maestro che al parroco, e rose rosse consegnate a varie componenti della banda.
Il tempo sembra essere volato e, dopo l’ultimo brano, Manuli ringrazia ancora una volta con un inchino fra gli applausi. Ma nessuno si alza per andarsene. “Signori, - dirà Santoro -, il concerto è finito”. Macchè, forse ipnotizzati dall’atmosfera musicale natalizia, tutti, sicuramente molti, speravano che la serata durasse a lungo in quella chiesa che l’immagine di sant’Onofrio accoglie in ogni tempo. Auguri a tutti.

27 Dicembre 2015 - Giovanni BonarRIGO