CASALVECCHIO SICULO (Messina). 26
Dicembre, festa di Santo Stefano, primo martire cristiano. Un martire che pregò
per i suoi carnefici. A conclusione della santa messa, il canto conclusivo “Dio
è Amore”, intonato magistralmente dal coro della chiesa di Sant’Onofrio
Anacoreta, ha emozionato persino lo schietto parroco casalvetino, Gabriele
Sgroi, da poco subentrato a padre Giacalone.
Di lì a poco, avrebbe preso
posto, fra l’altare maggiore ed i banchi gremiti di pubblico, lo storico
Complesso bandistico “Città di Casalvecchio”, il quale, nell’entrante 2016
festeggerà ben 150 di attività. Infatti, questa banda musicale rinomata su tutto
il territorio jonico, fu fondata nel lontano 1866.
Nino Manuli, il maestro, inizia l’esecuzione
del primo brano in scaletta. Sembra essere un tipo parecchio esigente dai
propri musicanti: si legge nel volto di qualcuno di loro la tensione dopo una
rapida occhiataccia ricevuta. “Attento a non sbagliare”, sembra dirgli Manuli
mentre seguita a dirigere gli altri. Una ragazzina sorride.
Il concerto, manco a dirlo, è
dedicato a Don Sgroi. Il quale, seduto in prima fila gongola e, fra un brano e l’altro
scatta qualche foto col suo telefonino. Anche il sindaco è orgogliosamente in
prima fila, ma seduto sul lato opposto. Marco Saetti, apprezza ammirato come
tutti, brani arcifamosi come “La cavalleria rusticana” di Mascagni o i valzer
di Strauss e financo l’immancabile “Tu scendi dalle Stelle”. Tuonano gli
applausi a sottolineare il gradimento del pubblico.
Se durante la messa, una nuova
cristiana, la piccola Carol Concetta, era stata battezzata fra l’emozione di
parenti ed amici, ora era tempo di ringraziamenti, doni di mazzi di fiori sia
al maestro che al parroco, e rose rosse consegnate a varie componenti della
banda.
Il tempo sembra essere volato e,
dopo l’ultimo brano, Manuli ringrazia ancora una volta con un inchino fra gli
applausi. Ma nessuno si alza per andarsene. “Signori, - dirà Santoro -, il concerto
è finito”. Macchè, forse ipnotizzati dall’atmosfera musicale natalizia, tutti,
sicuramente molti, speravano che la serata durasse a lungo in quella chiesa che
l’immagine di sant’Onofrio accoglie in ogni tempo. Auguri a tutti.
27 Dicembre 2015 - Giovanni
BonarRIGO
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