Se non ricordo male, vent'anni fa, la bella
"Sagra del Verdello di Sciglio", non iniziava il sabato come accade nel
presente, ma aveva inizio il venerdì, con un convegno al quale partecipavano innanzitutto
roccalumeresi che credevano nel futuro del proprio paese come l’Ing. Mastroeni.
Che ci ha lasciato.
Stiamo parlando della bella realtà della fabbrica
delle marmellate sita all’epoca al pianterreno della torre saracena. Stiamo
parlando di un prodotto che ebbe successo, perché l’Ingegnere lo seppe
promuovere nelle giuste sedi. Un prodotto di gran qualità che offrì lavoro, ma che
non ebbe grande successo nei supermercati, dove, (forse per il risparmio
economico), si preferirono altre marmellate, magari non prodotte con frutti
della nostra Terra, e magari neanche confezionate nella nostra amata Sicilia.
Perché dico questo? Perché, seppure è già un successo che la “Sagra di Sciglio” sia sopravvissuta ai giorni nostri, dobbiamo prendere atto che le nostre campagne sono quasi del tutto abbandonate a loro stesse. In preda agli incendi d’estate ed al degrado più totale, mentre un tempo che io stesso ricordo, anche i giovani avevano un’opportunità per fare qualche giornata a raccogliere limoni e portare qualche lira a casa. Per non parlare dei tempi in cui, coi giardini dei limoni ci campavano intere famiglie.
Ma torniamo ad oggi. Sabato scorso, il Sindaco
Argiroffi, durante la premiazione sul palco delle squadre di pallavolo e calcio
roccalumeresi, ha annunciato fiducioso: “pare che le cose stanno migliorando
per i nostri verdelli”. Ce lo auguriamo tutti, caro dott. Argiroffi. Ce lo
auguriamo di cuore!
Domenica, la “Sagra del Verdello” ha voluto premiare
fra le eccellenze del territorio, (come avviene ogni anno per personaggi sempre
differenti), una emittente televisiva, ossia TV2000. Il TG della stessa, ha poi
per bocca del proprio giornalista, ringraziato pubblicamente. Tutti, credo, dovremmo
essere felici per una tale pubblicità positiva, tanto più in tempo di
prolungata crisi, non solo del settore agrumicolo, ma globalmente.
Tuttavia, (il tuttavia mi sia consentito, come da
prassi), chi segnala in questi giorni attraverso i social, (quando non in forma
tendenziosa), talune manchevolezze o vergogne ed inciviltà riguardanti lo
stesso territorio, non fa altro che evidenziare la cruda realtà di una
organizzazione paesana ancora carente, ancora lontanissima da quella eccellenza
del “tutto incluso”, che il mercato globale oramai richiede. L’Europa richiede,
in ottica turismo, cultura, prodotti di qualità (che abbiamo), ben esposti e
pubblicizzati in rete.
Ebbene: un ulteriore “freno” a quella reale crescita
di cui tutti, nessuno escluso, abbiamo di bisogno, è costituito da certa
mentalità che rimane la stessa identica di quella di qualche secolo addietro.
Siamo infatti in grado di “criticare”
solo per antipatia personale, nonchè capaci di vantare l’operato di taluno
amministratore solo se questo ci appare troppo in alto. Ossia intoccabile.
Dovremmo, e non scopro con ciò l’acqua calda, (perché il grande Sciascia
scrisse di noi nel ’62, “aspettano nel deserto la manna dei turisti”), invece denunciare
qualunque disagio al solo scopo di affrontarlo e risolverlo. Senza paura. Ma
parlo di problemi seri, problemi che ci siamo orami rassegnati a subire.
Viabilità collinare e frane, ponti cadenti o mai costruiti, fiumare a rischio
esondazione, campagne (come detto) abbandonate.
Eppure, nonostante tanti
disagi, si tira a campare lo stesso. Ci si arrangia, mentre qualcuno carica
tutti i mobili di casa su un camion e si trasferisce al nord con tutta la
famiglia. Intanto, i molti che rimangono, sperano che le cose
(miracolosamente), migliorino in futuro. Non si sa. Come anche il dott.
Argiroffi e tanti altri sindaci del comprensorio si augurarono e augurano, ma
con sparute certezze.
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