SANT’ALESSIO SICULO (Messina) – Come anticipato dal sindaco
Rosanna Fichera in occasione della conferenza stampa (dell’11 gennaio scorso),
cggi, si è tenuto il vertice in assessorato a Palermo per discutere
sull’alternativa temporanea al ponte sull’Agrò nel periodo in cui sarà
interessato dai lavori di manutenzione programmati dall’Anas, (ma di cui ancora
non c’è certezza sulla data d’inizio).
Dall’assessore alle infrastrutture si sono incontrati i rappresentanti
di Anas, Genio civile ed i sindaci dei comuni di Sant’Alessio, Furci e
Roccalumera, tutti interessati al mantenimento della bretella che verrà
realizzata tra S.Teresa e S.Alessio e quella realizzata quando venne sistemato
il viadotto sul torrente Pagliara, che, invece, l’Anas vorrebbe demolire per
motivi di sicurezza.
E, in attesa che a Palermo venga trovato il bandolo
della matassa, c’è chi
propone come soluzione temporanea per l’attraversamento del torrente Agrò nel
periodo dei lavori, un ponte Bailey che sarebbe facile e veloce da montare. E’
lo scrittore Carmelo Duro, storico locale, che ne ha scritto al sindaco di Sant’Alessio,
Rosa Anna Fichea, ed all’assessore regionale alle Infrastrutture, Nino
Bartolotta, (ma lo stesso suggerimento lo troviamo anche su face book). “Il
ponte Bailey – spiega Duro - è un tipo di ponte costituito di elementi modulari
prefabbricati in acciaio uniti da perni e bulloni (è stato prodotto nella
Seconda Guerra Mondiale per sostituire rapidamente i ponti distrutti), ma ad
es. a Torino ne è stato realizzato uno, nel 2006, in occasione delle XX
Olimpiadi invernali. Può essere realizzato a più campate. Il ponte si monta in
brevissimo tempo ovunque e in qualsiasi condizione e non necessita di mezzi
particolari per la sua costruzione (è sufficiente una gru). I suoi elementi
modulari possono essere utilizzati anche per realizzare pile intermedie (necessarie
nel caso del torrente Agrò, considerata la sua larghezza di quasi 300 metri)”.
È da ritenere, che tale proposta abbia le caratteristiche non solo
per essere accolta a Palermo ma che abbia anche i requisiti da rendere lo
stesso “ponte Bailey” definitiva ed utile via di fuga anche in ottica di
protezione civile anche una volta ripristinato il viadotto principale.
NOTA: Questo articolo fu pubblicato sul sito Fogliodisicilia.it, l'15 Gennaio
2013.
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