Santa Teresa di Riva
(Messina). La quarta serata del Caffè d’arte si è aperta con la presentazione di
una famosa scrittrice siciliana Marinella Fiume, la quale ha raccontato le
opere di Mariannina Coffa.
Melina Patanè è come se
volesse liberare la mente sua e degli intervenuti, dal tanto strazio
raccontarci in questi giorni dai media. La bellezza dell’arte per cancellare la
cattiveri e l’efferatezza dell’uomo, stiamo ovviamente riferendoci alla strage
di Parigi, ma, senza ricercare colpevoli, l’occasione è di dare respiro
all’animo umano con un paio d’ore di serenità e talento allo stesso tempo.
“La capacità curatrice delle
donne” è uno del libri raccontati questa sera, libro al quale si aggiunge:
“Sicilia esoterica”, che racconta degli effetti mistici e magici nella Sicilia
dell’epoca, (l’ottocento), ma anche di antiche religioni professate nei luoghi
più antichi della Sicilia. E fra gli altri, “La bambina sepolta viva”, (storia
vera, raccontata attraverso la lettura degli atti processuali, avvenuta durante
il fascismo. Per il reato di adulterio, la madre e il padre seppellivano viva
la figlia.
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Mariannina Coffa, sposata
contro la sua volontà all’età di diciotto anni, avrebbe detto di se: “la vita è
stata per me un’aspra guerra”. Scriveva le poesie di nascosto, di notte, a lume
di candela, nella camera da letto. Sebbene fosse relegata in casa, era socia di
numerose associazioni culturali in Sicilia e nel mondo. In una famiglia di
analfabeti, leggeva in segreto le riviste che il parroco di nascosto le faceva
avere. La donna si ammalerà, ma grazie all’amicizia di un medico, si curerà
tramite l’omeopatia, e ciò le causerà forti conflittualità con il suocero che
le renderà la vita ancora più difficile di quanto già non fosse, definendola
strega. Mariannina infine morirà perché i suoi si rifiuteranno di sostenere la
spesa per l’operazione chirurgica che le avrebbe salvato la vita.
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UN CONCERTO JAZZ, DUE
TALENTI AFFERMATI
Un duo di giovani, quello
composto da Carlo Nicita e Tito Mangialajo
Rantzer in "Around Sonny", (un concerto jazz in omaggio al
sassofonista Sonny Rollins), ha offerto agli astanti, nei suoi brani, quella
serenità e dello spirito di cui lo scrivente non saprebbe raccontarvi gli aspetti non essendo
approfondito in materia. Certo è che, i due giovani, Carlo, figlio di Santa
Teresa di Riva e Tito di origine ebrea, già conosciuti nel mondo per aver
calcato i più disparati palcoscenici, hanno mostrato, oltre che maestria nel
suonare i rispettivi strumenti, (il flauto, Carlo ed il contrabbasso, Tito),
ottima conoscenza storica della materia del jazz e dei suoi autori.
Come sempre, una bella serata!
20 novembre 2015
Giovanni BonarRIGO
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