sabato 5 marzo 2016

LA PITTURA ED UNA POESIA A PIU' MANI NEI RICORDI DI UNA MADRE



Santa Teresa di Riva (Messina). lei dipingeva, lei aveva i colori dentro l’anima, lei riviveva dipingendo i propri ricordi di fanciulla. Due erano le sue passioni: i cavalli, che adorava, e la pittura, appunto. Ce la racconta il figlio, Carmelo Nicita, proveniente da Forza d’Agrò, nonché fotografo professionista e poeta di talento.
Antonello Bruno e Melina Patanè, osservando le opere esposte nella serata del Caffè d’Arte, parlano di “colori dentro l’anima”, di arte naif, di poesia raccontata per colori, di futuro dei giovani nell’agricoltura, perché sono immagini che riecheggiano la bellezza dell’agricoltura, quelle che ammirano tutti.
Carmelo, non venderebbe -dice- quei quadri, per nessuna cifra al mondo, perché rappresentano l’affetto di sua madre che sente sempre vicina nonostante non ci sia più. “Mia madre amava la terra, il frantoio che era di mio nonno, e dipingeva di notte, perché solo allora trovava il tempo, la sua era un’arte che scaturiva dalla mente e abbracciava tali e quali, tanti ricordi trascorsi”.
Ora è commosso mentre scatta spontaneo il primo applauso, è una poesia scritta a più mani quella che annuncia. Una poesia in dialetto. “L’amuri senza fini”. Scorre fra le rime e già quelle parole toccanti di figlio si compenetrano nell’animo di ogni presente, di ogni figlio, di ogni affetto. Anche Melina si commuove.
La serata continua. Gradevole come sempre, è il seguire quanto avviene come da programma, ma forse il tempo si è immaginificamente fermato nella mente del pubblico in sala. Gli applausi del pubblico, che premieranno chi si esibirà dopo, sono come riferiti ancora a quella sola poesia dialettale, a quei quadri che non hanno bisogno di prospettiva ma sprigionano affetto e ancora regalano emozioni. Quadri dipinti da una mamma, una mamma dai “colori nell’animo”.
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04 Marzo 2016 - Giovanni BonarRIGO




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