Santa Teresa di Riva
(Messina). lei dipingeva, lei aveva i colori dentro l’anima, lei riviveva
dipingendo i propri ricordi di fanciulla. Due erano le sue passioni: i cavalli,
che adorava, e la pittura, appunto. Ce la racconta il figlio, Carmelo Nicita,
proveniente da Forza d’Agrò, nonché fotografo professionista e poeta di
talento.
Antonello Bruno e Melina
Patanè, osservando le opere esposte nella serata del Caffè d’Arte, parlano di “colori dentro l’anima”, di arte naif,
di poesia raccontata per colori, di futuro dei giovani nell’agricoltura, perché
sono immagini che riecheggiano la bellezza dell’agricoltura, quelle che ammirano tutti.
Carmelo, non venderebbe -dice-
quei quadri, per nessuna cifra al mondo, perché rappresentano l’affetto di sua
madre che sente sempre vicina nonostante non ci sia più. “Mia madre amava la
terra, il frantoio che era di mio nonno, e dipingeva di notte, perché solo
allora trovava il tempo, la sua era un’arte che scaturiva dalla mente e
abbracciava tali e quali, tanti ricordi trascorsi”.
Ora è commosso mentre scatta
spontaneo il primo applauso, è una poesia scritta a più mani quella che annuncia.
Una poesia in dialetto. “L’amuri senza
fini”. Scorre fra le rime e già quelle parole toccanti di figlio si
compenetrano nell’animo di ogni presente, di ogni figlio, di ogni affetto.
Anche Melina si commuove.
La serata continua. Gradevole
come sempre, è il seguire quanto avviene come da programma, ma forse il tempo
si è immaginificamente fermato nella mente del pubblico in sala. Gli applausi del
pubblico, che premieranno chi si esibirà dopo, sono come riferiti ancora a
quella sola poesia dialettale, a quei quadri che non hanno bisogno di
prospettiva ma sprigionano affetto e ancora regalano emozioni. Quadri dipinti
da una mamma, una mamma dai “colori nell’animo”.
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04 Marzo 2016 - Giovanni
BonarRIGO
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